I ricordi di David Del Bufalo
Era uso comune dire solo il nome di battesimo e a volte usare pseudonimi. Dire il cognome sembrava un coinvolgimento che non lasciava spazio a fughe. Alcuni invece ci tenevano molto perché avevano già deciso che quello sarebbe stato il loro futuro, soprattutto i futuri giornalisti.
Personalmente temevo di legarmi ad un ruolo che avrei potuto ripudiare e non consideravo la radio la mia massima aspirazione, in quel momento da grande volevo fare il regista cinematografico.
Avevo molti dischi per l’epoca e amavo molto la musica, consideravo la radio solo per l’informazione e neanche mi interessava tanto. Ma quando provai e scorrere la FM da casa mi accorsi che c’erano delle voci nuove su frequenze che prima erano mute e dicevano anche cose nuove e la musica era diversa da quella trasmessa dalla RAI.
K55
L’emozione mi faceva battere forte il cuore e quando finalmente K55 diede il numero di telefono dicendo che era un programma che dava accesso al pubblico chiamai subito e mi proposi per un colloquio. Portai i nastri di montaggio con effetti e musica che facevo già da tempo con un meraviglioso registratore a bobine TEAC A-1200 regalo di papà, proponendo di presentarmi in modo un po’ shock. K55 C
Mi fu data la possibilità di provare e quando pochi giorni fa ho riascoltato quella prima puntata mi sono spaventato di quel matto che parlava con la mia voce. Esordio, che oggi giudico infelice, creò qualche scalpore ma non ricordo se ebbe seguito. Ho trovato anche qualche spezzone di altri programmi K55 A ce K55 B idem mi ha rincuorato molto sentire che ero in buona compagnia.
ONDA RADIO 101
Poi riprovai con ONDA RADIO 101 led ebbi la fortuna di incontrare Francesco Verdinelli e Giorgio Onetti che ascoltati i miei nastri sembrarono piacevolmente sorpresi da quei montaggi che non erano altro che quello che nei concerti dal vivo vengono definiti “Medley”. Evidentemente riconobbero il valore di sperimentazione che c’era in quei nastri o forse l’orario del pomeriggio era poco ambito.
Gabriele Marcoccio fu incaricato di assistermi nelle prime puntate al banco mixer e anche alla conduzione. Manovravo un Revox a bobine mentre Gabriele gestiva livelli e giradischi. Sono stato sorpreso quando in una scatola ho trovato le puntate di quel programma che era stato sommariamente intitolato NASTROLOGIA
Già dai primi passi era chiaro che non ero destinato a fare programmi di informazione o controinformazione come molti miei coetanei aspiravano a fare in quel post ’68 di austerità energetica. Il mio impegno era nello svago e nel gioco sonoro sperimentale.
Una puntata mi è ancora molto cara quella del 16 maggio 76 ldel collegamento col paradiso per un concerto di Jimi Hendrix che amavo molto. Il gioco era che Federico Lanza, un amico coinvolto quasi a forza, era stato attaccato ad un pallone aerostatico e trattenuto dal cavo lunghissimo del microfono era stato mandato tanto in alto da arrivare in paradiso per farci sentire il concerto. Neanche a dirlo il fallimento era assicurato ma gli effetti erano niente male.
Uno dei primi personaggi fu Ercolino un mio nipote di tre anni che mi accompagnava quando mia figlia doveva lavorare e io da bravo nonno me lo portavo. Facevo la voce parlando lentamente su un nastro che poi veniva accelerato e faceva l’effetto bambino.
Ercolino era un bambino noioso e petulante io un nonno intollerante e irascibile, lui dal canto suo si indemoniava (NASTROLOGIA 6-6-76 e per esorcizzarlo bisognava picchiarlo in continuazione.
Poi il 13-6-76 la puntata era imperniata su HALL il computer della serie 9000 da 2001 Odissea nello spazio che Onda Radio ci aveva comprato per il nostro programma.
Federico era molto calmo mentre io ero abbastanza agitato.
Anche Federico fece qualche montaggio di notevole pregio.
Lasciai Onda Radio perché era troppo lontana da casa e il viaggio era troppo lungo e poi c’era una sorpresa in arrivo.
BESTIALE!
È stato il primo programma radiofonico che ho fatto a Eurosound.
Era Maggio del ‘76 e Patrizio Sigona aveva saputo da uno dei miei fratelli che avevo fatto delle trasmissioni in qualche radio libera. Mi chiamò eccitato dicendo che a l’EUR c’era una radio fichissima aperta da poco. Lui faceva il Disc Jokey alle feste dell’EUR e in quella radio faceva un programma di musica di importazione. Arrivai a Radio Eurosound un caldo pomeriggio e trovai tutto deserto, le porte spalancate ma nessuno in giro. Era all’ultimo piano di una palazzina nuova di otto piani. Improvvisamente si sentì una voce affannata dalla tromba delle scale. Erano tutti sul tetto. Salimmo e trovammo una quindicina di ragazzi tutti a torso nudo: si tirava su il traliccio!
Momento rituale e cerimonia solenne, assemblato sulla terrazze con l’antenna in cima bisognava issarlo con i tiranti e assicurarlo ai ganci. Il problema era che quel tipo di traliccio era progettato per sopportare il peso dell’antenna in verticale ma non per sopportare la flessione che si imponeva nell’issarlo, per cui quando tutt’insieme si tentava di alzarlo questo si fletteva penosamente e rimaneva danneggiato l’elemento che subiva la flessione. Dopo un congruo quantitativo di imprecazioni, in ogni direzione, si provvedeva a smontare il modulo irreparabilmente danneggiato e si rimontava il rimanente. E così via fino a che i moduli rimasti erano talmente pochi che il problema della flessione non si presentava. In pratica il traliccio di diciotto metri era ridotto a circa sei metri.
Finalmente assicurati i tiranti tutti scendevano dal tetto e potevano iniziare le presentazioni.
Conoscevo quasi tutti almeno di vista avendo vissuto circa quindici anni all’EUR e dintorni ma il rito di presentazione fu solenne comunque. Così fui affidato alle cure affettuose di Patrizio che mi ospitò nel suo programma fornendomi la variante BESTIALE.
Bestiale era un programma in cui il surreale sonoro era la regola. Passavo ore a casa a preparare nastri con suoni e rumori che descrivevano azioni che comunemente in radio non si fanno.
La prima puntata iniziava con uno sciabordio di acqua e mi scusavo del rumore ma per me quella era l’ora del pediluvio e non potevo rinunciarvi per nessuna ragione al modo. Come niente fosse poco dopo il rumore di una caffettiere era seguito dalla mia offerta a Patrizio di una tazzina di caffè appena fatto. E il programma si sviluppava cosi tra un disco e l’altro che mi facevo uno shampoo e poi mi asciugavo i capelli e poi portavo mio nipote Ercolino che ne combinava di tutti i colori. Senza una vera ragione ma era divertente e richiamava un certo ascolto stupito per cose che all’epoca in radio non si sentivano. Passata l’estate verso settembre mi fu affidato un programma tutto mio e il titolo fu suggerito dagli ascoltatori numerosi e affezionati di BESTIALE.
Nasceva SCHIFOSAMENTE VOSTRI ! con una banda di allegri, scanzonati ed estrosi giovani dell’EUR.
SCHIFOSAMENTE VOSTRI !
Con una sigla pomposa e roboante iniziava un programma che era una dedica e una dichiarazione di fallimento: “affettuosamente tuo” diventava “schifosamente vostri”.
C’era un che di punk ma soprattutto tanta voglia di giocare con registratori microfoni ed effetti primitivi. Ricordo che chiamavo amici ed ex compagni di scuola a partecipare al programma oltre a gli altri collaboratori di Eurosound che erano stupiti di quante situazioni anomale riuscivo a creare con i suoni. Era una atmosfera un po’ futurista e un po’ surreale. Col passare delle puntate si aggiungevano personaggi e situazioni anomale. Era un po’ sulla falsa riga di Alto Gradimento che per tutti costituiva il punto di riferimento. Purtroppo di quelle puntate ne ho solo qualche brandello e con rammarico ho scoperto che le migliori sono andate perdute.
Tra i collaboratori più assidui e creativi ricordo Guido Olivieri, compagno di scuola delle medie. A ricreazione ma anche durante le lezioni ci divertivamo a immaginare le insegnanti in situazioni paradossali e questo dava luogo a macchiette molto divertenti. Le iperbole paradossali che creavamo diventavano soprannomi e storie che poi tutta la classe adottava. Quindi il primo a cui pensai fu proprio lui. Una delle sue invenzioni più riuscite furono le FAVOLETTE per l’Angolino dei Bambini. Guido aveva una fratello, Stefano Olivieri più grande di lui ma con la stessa carica di ironia. Giorgio Rosa fu il vero mattatore, col suo amico Giancarlo Mennella e un altro ragazzo di cui purtroppo non ricordo il nome crearono il pezzo cult di Schifosamente Vostri: PRO STATO FOOTBALL CLUB l
Nello studio di registrazione ricavato nella cucina dell’appartamento sede della radio registrammo Giorgio Rosa che faceva Maurizio Barenson, Giancarlo Mennella faceva Sandro Ciotti, e l’altro Enrico Ameri che intervistavano i Giocatori della Pro Stato Football Club. Tutti gli uomini più in vista dello scenario politico dell’epoca imitati a rotazione da ognuno di loro. Strano che non ci venne in mente “Forza Italia” il legame tre calcio e politica era già nell’aria o nell’etere. Di questa fortunatamente ho trovato l’originale.
Poi Giorgio Rosa e Giancarlo Mennella registrarono rispettivamente prof Remo Bastogi le prof Bonella lGiorgio e il prof Cirillo Giancarlo.
Quindi diventarono ospiti fissi del programma Giorgio faceva Barenson col soprannome di Zio Sonbaren, Walter Natalini boro di periferia che veniva a vantarsi delle sue bravate, prof Bonella detto Bunny che faceva le sue lezioni di matematica applicata spiegando teoremi improbabili e dando problemi paradossali ai ripetenti. Giancarlo imitava Mike Bongiorno che raccontava situazioni imbarazzanti con la moglie Daniela e faceva quiz surreali ai quali regolarmente gli ascoltatori rispondevano in modo spiritoso. La casella postale 10732 Roma Eur spesso dava soddisfazioni che non ci aspettavamo. La mia posizione era molto scomoda dovevo contenere l’esuberanza di questi giovani che tendevano allo scurrile e al volgare ad ogni occasione.
Oltre agli ospiti in studio avevo una nutrita schiera di personaggi registrati che preparavo invece di studiare.
Le pubblicità finte erano tante purtroppo la maggior parte introvabili. Alla realizzazione partecipavano tutti i collaboratori e ognuno se ne inventava una. Schifosamente Vostri diventò presto il punto di raccolta di tutte le baggianate della radio. Mentre gli altri si sforzavano di apparire seri, professionali e impassibili nel mio programma sfogavano tutti i loro desideri di trasgressione.
Ascoltando il modo in cui conducevo le trasmissioni mi rendo conto che non lasciavo agli atri lo spazio che meritavano e troppo spesso li censuravo in previsione di quello che stavano per dire in nome di una pretesa serietà che non aveva ragion d’essere in un programma di quella natura.
Questo e forse il desiderio degli altri collaboratori di avere i miei ospiti anche nei loro programmi ben presto portò allo svuotamento del mio e al riempimento degli altri. Dopo una breve ma comprensibile protesta continuai senza di loro ma con una certa fatica.
CENSURA A PARTE
L’estate del ’77 andai in vacanza in Calabria dove conobbi ZAC, un greco che faceva l’istruttore di Yoga in un villaggio.
Mi ricordo che litigò col capovillaggio e si lussò una spalla quindi venne a Roma. Lo ospitai a casa per una settimana o due prima che tornasse in Grecia e nel frattempo gli feci registrare una serie di puntate di tre personaggi:
TASOS il cameriere del ristorante di sotto che veniva a prendere l’ordinazione del pranzo proponendo menù molto strani, tipo Leon del ristorante Le Luppolon di Mario Marenco in Alto Gradimento, che poi finiva per ripetere l’ordinazione in greco pronunciando “DUE” “DIO” facendo sembrare una bestemmia ogni cosa che segnava e in fine alle nostre rimostranza ci mandava a quel paese.
SIDRIVÌ CATASTROPHY filosofo greco nato a Sparta nell’anno 1000 che predicava la dissoluzione dei costumi morali in vista della fine del mondo nell’anno 2000.
PISCIANANDA guru indiano di 7 anni che non aveva ne braccia ne gambe e faceva lezioni di Yoga a colpi di doppi sensi neanche tanto velati.
Poi toccò a mia cugina americana July De Luca che sapeva qualche parola di italiano per la quale scrivevo i testi in stampatello e le dicevo di leggerli come gli veniva. Lei mi fece due personaggi la Professoressa di Inglese anzi Americano e la spia russa Rumienka Kateskoja inseguita dal agente segreto della CIA Murdok Mulligan un ragazzo americano che non sapeva una parola di italiano e che leggeva i miei testi così come gli veniva e alla fine sparava a salve.
Quindi fu la volta del S.I.P.O.C. Sevizio Informazioni Per l’Onesto Cittadino che forniva i bollettini più inutili del pianeta. Per questo ricordo che coinvolsi un collega di mio padre, la moglie e anche mia madre. L’architetto Francesco De Micheli, collega di mio padre, la moglie Cecilia Avallone e il di lei cugino dottor Mauro Zelli furono miei divertiti complici in varie rubriche: IL BRIDGE INTELLIGENTE Quadri & Quadri 8 un circolo di appassionati del gioco del bridge che impartivano lezioni di bridge, IL PUNK DI MAURUS il maestro di trucco punk interpretato da Mauro e intervistato dalla brava Cecilia per conto della Brutex, casa produttrice di cosmetici eccezionali. Ma il massimo del successo fu raggiunto da alcuni spot
Poi c’era il bollettino per i naufraghi antipatico e cansonatorio.
Un Oroscopo assurdo letto da un lettore svogliato e disinteressato.
L’attore Animone Bramante lche interpretava poesie dimostrando di non saper leggere e chiedeva continuamente un bichier d’acqua.
La signorina che voleva vendere la classica enciclopedia per telefono che tampinava ogni giorno.
Un personaggio che veniva da Schif. Vostri e che non volli abbandonare era il generale Nofe (qualcosa in più di Otto) Von Stronkonen che doveva essere il comandante del campo di concentramento di Zungstraz in cui era stato ricoverato il prigioniero Gen. Kappler dopo la sua fuga dal carcere di Gaeta avvenuta proprio nel periodo del 76. Mi sono accorto di aver fatto del cinismo macabro e molto sconveniente anche se l’intenzione era di prendere in giro l’ottusità militaresca di un personaggio improbabile.
Fino alla punta massima del 2 novembre 77 che decisi di fare la festa dei morti e invitai il medium 4747 in studio per ricevere le dediche dei morti ai parenti vivi. Il medium chiedeva la concentrazione a tutti gli ascoltatori per formare un’immensa catena che gli desse una grande forza medianica per contattare l’aldilà. Come prevedibile la forza medianica fu talmente grande che il medium non riuscì a mantenerne il controllo e lo studio fu invaso di spiriti, fantasmi, folletti, streghe, demoni e ogni altra entità maligna immaginabile. In una puzza tremenda di zolfo turbinavano nello studio ectoplasmi e mostri che distruggevano tutto lasciando tracce di muco in ogni dove e facendo volare carte, dischi e giradischi. Puntuale come una cambiale arrivava l’esorcista che intonando litanie ridicole e facendo cerimonie strane riusciva a liberare lo studio da queste entità, salvo poi chiedere compensi esorbitanti con la minaccia di far tornare tutti.
La cassetta del 2 novembre 77 purtroppo la diedi qualche anno dopo ad un tizio che con la promessa di ascoltarla forse copiarla e restituirmela, per proporre un programma analogo ad un’altra radio, non si fece più sentire. Provai a cercarlo per un po’ ma senza successo.
Grazie Tizio per questo scippo!
Perso Giorgio Rosa, presto persi anche Guido Olivieri e il fratello Stefano che poi trovò ospitalità fissa in alcuni programmi serali, sicuramente più comodi come orario del mio che era ad ora di pranzo, nei quali si divertiva alla grande.
Provai ad invitare altri collaboratori e rispose Franco Mauro col quale facemmo una puntata niente male. Ma gli altri non risposero. Credo che fosse difficile e noioso partecipare ad un programma in cui personaggi registrati non consentissero di dialogare normalmente. E come se non bastasse loro erano completamente all’oscuro di quanto stava per accadere. La loro partecipazione si limitava esclusivamente a seguire la mia rotta senza poter aggiungere altro che qualche battuta ovvia.
Alla fine rimasi disperatamente solo e il programma prese una triste piega.
Per dare il colpo di grazia mi inventai NARCISO PUGNANTE un maniaco sessuale che dava lezioni di autosesso agli ascoltatori.
Questo più un Pisciananda sempre più scurrile, più un Tasos insolente e altre volgarità capitarono un giorno che Gian Paolo Giovannone, direttore del personale, accompagnava in macchina i genitori e con gesto sicuro disse: “Ora vi faccio sentire la mia radio!”
Fu l’ultima puntata di Censura a parte che nelle intenzioni voleva dimostrare che la nostra maturità ci consentiva di fare un programma di alto profilo e con le porte aperte a tutti anche senza che la censura dovesse vigilare sui nostri comportamenti, intenzione regolarmente disattesa.
Lo spirito generale tendeva al servizio pubblico: ripetizioni scolastiche gratuite, bollettini informativi, lezioni di yoga e altri servizi di interesse generale che finivano sempre un commedia del ridicolo.
Il fatto di lavorare gratis mi faceva sentire in diritto di non dover nulla ma ora sento un profondo senso di gratitudine e di affetto nei confronti di tutti quelli con cui ho condiviso l’esperienza.
LA LOCANDINA DELL’ARTE
Contemporaneamente producevo un programma serio. Avevo preso dall’elenco del telefono gli indirizzi di tutte le gallerie d’arte di Roma e dintorni e avevo proposto un programma che con interviste alle inaugurazioni desse visibilità alle mostre.
Non chiesi compensi a nessuno ma già la seconda volta che tornavo nella stessa galleria mi offrivano una mancia di circa cinquantamila lire dell’epoca.
Lavorando da più di un anno del tutto gratis per Eurosound e non avendo chiesto nulla ritenevo che quello offerte spontanee fossero assolutamente accettabili da parte mia e visto che mi sbattevo in giro per la città a mie spese e poi montavo la puntata a casa con mezzi miei curando la messa in onda di un programma culturale non sentivo assolutamente al necessità di dividerli con nessuno della radio.
Questo scatenò una quantità di invidie e preoccupazioni (aho quello se sta a fa i sordi alle spalle nostre).
Questo fu anche una delle ragioni per cui me ne andai da Eurosound sbattendo la porta e litigando furiosamente col consigli d’amministrazione che colse la palla al balzo per appoggiare la tesi del direttore del personale e palinsesto.
ENERGIA SOLARE
Mio padre Luciano Del Bufalo ingegnere progettista e architetto morto il 10 marzo 2001 in quel periodo di embargo petrolifero, austerità e emergenza energetica si stava occupando molto attivamente di energie alternative e il suo studio di progettazione edile si era trasformato in un laboratorio di ricerca scientifica. Praticamente stavano mettendo a punto un sistema di progettazione e costruzione per rendere case e uffici energeticamente autonomi. Aveva costituito una società dal nome altisonante “Solar System Construction” che lui traduceva “impresa di costruzione di impianti solari” ma poteva anche essere tradotto come “costruzione del sistema solare” che aveva ben altre prospettive. Comunque gli proposi di fare pubblicità su Eurosound e lui mi propose di fare una trasmissione. Così fu fatto e lui venne alla radio e parlò per un bel po’, ricevette alcune telefonate fra cui un laureando ingegnere che poi andò a lavorare da lui e dopo qualche anno spiccò il volo per l’Eni. Di questa avventura ho trovato solo gli spot pubblicitari che feci ma che credo non andarono mai in onda. Fu uno dei rari momenti che ebbi con papà per fare qualcosa insieme ancora oggi mi commuove il pensiero.
Poi registrai degli spot S.S.C che conservo ma non andarono mai in onda.
RADIO STAMPA DI POTENZA
Ho fatto il militare! Ma appena arrivato a Potenza per il CAR la prima libera uscita mi sono subito girato tutte le Radio Libere della zona. Ho privilegiato Radio Stampa perché era la più attrezzata e mi consentiva di registrare diverse puntate il pomeriggio che andavano in onda la mattina. Questo mi ha reso il servizio molto più sopportabile e i tra commilitoni ero visto con ammirazione. Il mio vantaggio era tutto nell’inflessione simpaticamente romana che faceva subito sembrare professionale tutto il programma in confronto alle voci delle altre trasmissioni che avevano un pesante accento potentino. “Abatjour” un programma da salotto con luci soffuse musica piacevole e rilassante in cui corteggiavo amabilmente una ragazza che faceva il programma con me. Era attrice di cabaret, molto brava e sempre con la battuta giusta al momento giusto. C’era un’atmosfera di complicità elegante e sensuale, per radio l’effetto era notevole. Il parroco redarguì in un’omelia i costumi lascivi di certi personaggi dello spettacolo che danno scandalo in pubblico, il direttore mi assicurò che intendeva il nostro programma. La gente mormorava ma non c’era nulla di esplicito da denunciare e quindi non arrivarono mai denunce forse anche per paura che poi potessero avere seguito. Le casalinghe seguivano curiose, e gli uomini ci ridevano sopra. Il mio comandante di compagnia mi fece chiamare e nel segreto del suo ufficio mi chiese di fare una seri di dediche per lui alla moglie e per altri ufficiali alle rispettive mogli, non senza imbarazzo e chiedendomi la ovvia riservatezza. Alla fine avevamo preso un affiatamento che ci consentiva di registrare “buona la prima” tre o quattro puntate dalle 18 alle 21. Avevamo lo sponsor ma non chiesi mai soldi non era per quello che ci andavo. Alla fine mi fecero un regalo. Eravamo abbastanza famosi e la gente chiedeva di conoscere anche i nostri volti, solo dopo che fui trasferito il fotografo di via Pretoria, il corso principale di Potenza, espose le nostre foto. Fu il periodo più bello di tutto il mio servizio militare. Potenza una deliziosa cittadina e i potentini gente simpatica e accogliente a cui piace divertirsi.
RADIO MARCONI
Con Enrico Di Troia, attualmente attore – doppiatore – speaker – oversound e chi più ne ha più ne metta siamo sempre rimasti in contatto da allora. Nell’82 abitavo in zona viale Marconi dove lui abita ancora. Una sera mi chiama e mi dice che ha trovato una certa Radio Marconi che trasmette dal palazzo di fronte al mio e che parlandoci sembrava d’accordo a fare qualche programma con noi. Questa radio era molto particolare aveva gli studi di fronte a dove oggi c’è il monumento ai caduti della rapina al furgone postale del giorno di San Valentino dell’88. Occupava lo spazio di tre o quattro negozi, le serrande sempre abbassate, nessuna attività apparente. Dentro s’era una specie di discoteca che il proprietario affittava per le feste dei ragazzi e la stessa apparecchiatura la usava per la radio dove la radio gli serviva come pubblicità per il locale. Infatti si sentiva solo nel quartiere. In quel caso feci un programma “Rock & Roll Band” in cui presentavo all’americana i pezzi più belli del Rock storico o almeno quelli che piacevano di più a me. Ma la cosa che ricordo e conservo con affetto sono gli spot auto promozionali e le pubblicità che registrammo con Enrico Di Troia e Sabina Segatori. Esperienza breve ma divertente.
PALLA MOSCIA
Nel dicembre dell’87 Patrizio Sigona e Giorgio Lucheroni collaboravano con TVRCA una strana radio dalle parti di piazza Re di Roma io proposi un programma privo di presentatore. Una simpatica compagnia di attori studenti universitari si esibiva la Tibur un teatrino parrocchiale della Tiburtina proposi loro di registrare un pomeriggio alcuni personaggi e provare a fare un programma radiofonico se fossero usciti dei soldi li avremmo divisi. Ognuno si inventò un personaggio e lo interpretò a modo suo. Convinsi anche la bambinaia di mio figlio Gisella Aramini, che era fan di Madonna, ad interpretare una fan sfegatata di Madonna che raccontava uno dei miracoli a cui aveva assistito e poi mandavo un disco di Madonna. Paolo Vigilante faceva la parodia del parroco Don Carluccio Ciocia, Paola Riolo faceva la giornalista Cirò Pina.
|